La nuova etichettatura ambientale francese: in cosa consiste e come può convivere con quella italiana.
Il decreto francese
La legge del 10 febbraio 2020 francese relativa alla lotta agli sprechi e per un’economia circolare (AGEC) “LOI no 2020-105 du 10 février 2020 relative à la lutte contre le gaspillage et à l’économie circulaire” ha fissato nuovi obiettivi e nuove regole per una produzione e un consumo più sostenibili, eliminando, tra l’altro, l’obbligo del c.d. “green dot” (punto verde) in Francia.
Successivamente, in applicazione dell’art. 17 della suddetta legge, è stato emesso il decreto n. 2021-835 del 29 giugno 2021 relativo all’etichettatura informativa per i consumatori in materia di raccolta dei rifiuti (c.d. “decreto Triman”).
Il decreto è stato correttamente notificato alla Commissione UE il 30 giugno 2020 (in ossequio a quanto prescritto dalla direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio) ed il periodo di standstill è terminato il 4 gennaio 2021, a seguito di osservazioni di Spagna, Italia e Svezia.
La nuova etichettatura ambientale rientra nel concetto di “responsabilità estesa del produttore” (EPR), che designa approcci e sistemi di responsabilizzazione del produttore rispetto alla gestione dei rifiuti finali o intermedi, generati dai prodotti che hanno fabbricato o immesso sul mercato. .
Secondo tale schema generale, i produttori, ovvero i soggetti responsabili dell’immissione sul mercato di determinati prodotti, possono essere incaricati di finanziare o organizzare la gestione dei rifiuti di tali prodotti al termine del loro ciclo vitale. Le imprese responsabili, generalmente, hanno scelto di organizzarsi collettivamente tramite la costituzione di eco-organizzazioni senza scopo di lucro , approvate dalle autorità pubbliche, tra cui CITEO.
La “segnaletica” obbligatoria
I produttori, importatori o distributori che introducono sul mercato francese prodotti riciclabili preimballati diretti al consumatore finale, tra cui gli alimenti, dovranno recare il logo Triman, accompagnato dalle informazioni (dette “tri-info”) sulle corrette modalità di smaltimento dei relativi imballi (primari), esclusi quelli in vetro per le bevande.
Tale “segnaletica”, che potrà essere apposta sotto forma di adesivi ai packaging già esistenti, deve rispettare le seguenti prescrizioni:
- essere in bianco e nero su fondo a contrasto, in modo da essere visibile , leggibile, chiaramente comprensibile ed indelebile. La scelta del colore è libera;
- essere indelebile e ben visibile per il consumatore nel momento in cui deve smaltire l’imballaggio;
- non deve sovrapporsi ad altre immagini/scritte;
- non vi devono comparire altre indicazioni che potrebbero fuorviare il consumatore;
- la dimensione del logo deve essere di almeno 1 cm per 1 cm. In caso di difficoltà tecniche, dovute in particolare alle ridotte dimensioni dell’imballo, la dimensione non deve essere inferiore a 0,6 cm per 0,6 cm.
Intelligentemente, per i packaging destinati ad altri mercati, è possibile adottare una versione fatta solo di pittogrammi, in modo che non sia necessario effettuare traduzioni di sorta.
Per ulteriori informazioni, si rimanda al sito web di CITEO, la società che ha sviluppato la segnaletica in esame, dopo un test su più di 3.000 consumatori tra luglio 2020 e giugno 2021, avendo ottenuto risultati positivi.
Deroghe
Sono previste due deroghe importanti dall’obbligo di cui sopra, o meglio, due modi diversi e più semplici di marcatura per gli imballaggi di dimensioni minori.
Precisamente:
- Imballaggio con superficie del lato più grande < 10 cm² per cui non è fornito alcun altro documento: l’intera marcatura può essere digitalizzata;
- Imballaggio con superficie del lato più grande ≤ 20 cm²: il logo Triman deve comparire obbligatore, mentre le informazioni sullo smaltimento possono figurare su un supporto digitalizzato.
Data di applicazione
L’etichettatura ambientale francese, ovvero la segnaletica composta da logo Triman ed informazioni sullo smaltimento, sarà obbligatoria a partire dal 30 novembre 2022, con il beneficio di un periodo di transizione per cui i prodotti già immessi sul mercato entro questa data, potranno continuare a circolare anche se non conformi al decreto fino al 30 maggio 2023.
Conciliazione con l’etichettatura ambientale italiana
Come conciliare la nuova etichettatura ambientale francese con quella italiana (di cui abbiamo parlato, con esempi pratici su integratori alimentari, Etichettatura ambientale su integratori alimentari)?
Fortunamente il decreto francese fa proprio (a modo suo) il principio di mutuo riconoscimento (artt. 34 e 36 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea), stabilendo che sono considerati conformi anche gli imballaggi marcati in osservanza di una norma equivalente e di carattere cogente di altro Stato membro, purché nella sua sostanza sia compatibile con quella nazionale.
Di fatto, se l’etichettatura ambientale italiana, o meglio, se le informazioni al consumatore finale circa il corretto smaltimento degli imballaggi primari fossero tradotte in francese, non dovrebbero porsi problemi di sorta e non vi sarebbe la necessità di dotare i propri prodotti anche della segnaletica d’oltralpe.